Master all’estero? Se già decidere di frequentare un master non è scelta da poco, ci si mette anche il dubbio che l’estero sia migliore dell’Italia. Perché?
Non è solo per la contingente crisi del mercato italiano che la terra straniera viene vista come sponda di migliori opportunità; da sempre, infatti, un titolo di studio conseguito altrove costituisce, per così dire, un plus. Ma siamo certi che questo valga sempre e in ogni caso?
In generale, un master all’estero cosa può offrire? Quali sono le differenze tra un master in Italia ed uno all’estero?
. Cercare un master in Italia non è tanto più semplice che cercarlo all’estero! Al contrario, spesso, nel secondo caso la ricerca è più mirata e limitata, con l’effetto di individuare più facilmente istituti di formazione e percorsi di interesse. Ed è ancora una volta la ricerca in rete lo strumento più adatto e mirato.
. La lingua inglese non è un dettaglio: finalmente ecco l’occasione per perfezionarla. Il mito dei giovani italiani incapaci di articolare una frase senza italianizzare il precario inglese non è così lontano dalla realtà. Un master in lingua straniera, che affronti temi specifici e richieda un lessico di settore, può perfezionare in maniera determinante la padronanza della lingua, spendibile sul lavoro. E’ ovviamente necessario partire da una base strutturata ed è sempre richiesta, in fase di selezione, una certificazione che attesti la perfetta conoscenza della lingua. Evitate dunque di proporvi se questo requisito non è oggettivamente attestabile.
. Sopravvivere all’estero: si può. Sono molte le politiche sociali che, all’estero, mettono a disposizione borse di studio per gli studenti stranieri. I bandi e i vari Application form cambiano di istituto in istituto e soprattutto di paese in paese. Occhio dunque a requisiti e scadenze.
. Master all’estero. E il lavoro? Appunto. Un aspetto cruciale che va assolutamente contemplato nella scelta riguarda la possibilità di sistemarsi in quel paese, scelto per il master, oppure prevedere un immediato ritorno in patria, per sfruttare da subito il titolo ottenuto.
Nel primo caso bisognerebbe partire sondando già eventuali appoggi futuri e verificare che l’indirizzo di master abbia un buon riscontro su quel mercato del lavoro. Alcuni paesi sono infatti rinomati per buoni percorsi di studio, poiché rispecchiano un mercato che sviluppa quelle stesse specializzazioni.
Nel secondo caso bisogna invece tener presente se il contenuto di quel master sia fortemente determinato dalle inclinazioni del paese o se abbia una spendibilità dappertutto. Un esempio? Con una laurea in giurisprudenza, fare un master all’estero che abbia come contenuto lo studio delle leggi di quel dato paese potrebbe risultare non spendibile in Italia, a meno che non tratti argomenti di giurisprudenza internazionale. I riferimenti giuridici infatti potrebbero essere esemplari per quel paese ma non per questo. Attenzione dunque, nella scelta di un master all’estero, a considerare la destinazione della sua spendibilità.
Materie tecniche e legate allo sviluppo di alcuni settori potrebbero d’altra parte costituire un valido elemento di aggiornamento nonché titolo preferenziale qui o, al contrario, risultare troppo specifico per poter essere speso.
Un master all’estero si sceglie in un’età topica: non è più solo un esperienza, come ad esempio nel caso dell’Erasmus, in un tempo limitato al soggiorno a cui segue un certo ritorno a casa, bensì apre alla possibilità di un cambio di orizzonte significativo, ovvero un trasferimento vero e proprio.
Buona valutazione dunque, e in ogni caso, in bocca al lupo a tutti!
Per approfondire:
E tu, stai pensando di frequentare un master all’estero?
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