mercoledì 30 marzo 2011

Master o lavoro?





Master o lavoro?  Dopo la laurea qual è la scelta più azzeccata per: trovare il lavoro che mi piace, non farmi sfruttare (oltre un limite di decenza), avere un contratto a tempo (in)determinato, fare carriera partendo dal verso giusto e intraprendere una strada che non mi faccia più tornare indietro?

Miei cari, la brutta notizia è che nessuna di queste due possibilità regala una targhetta d’ottone sulla scrivania a pochi giorni dalla discussione della tesi.

La bella notizia è che avete la personale  e legittima facoltà di scegliere tra master o lavoro, in base ad una serie di elementi soggettivi (ciò che volete fare, situazione individuale, carattere) ed altri oggettivi che, ora, andremo a vedere.

Master o lavoro?
Chi si pone questa domanda è evidentemente ad un punto cruciale del proprio cammino e, in qualche modo, ha scelto un indirizzo che richiederebbe una specifica di titolo in più o una preparazione professionalizzante.

Nello specifico:
- frequentare un master post laurea non equivale a pagarsi un’occupazione sicura. Neppure quando lo stage, garantito, è frutto di un valido lavoro di placement dell’ente di formazione.

Un master valido risulta un’esperienza gratificante se intrapreso con l’obiettivo di assumere competenze riconoscibili che incrementano non solo il cv, ma anche e soprattutto il proprio livello qualitativo sul mercato.

Da questo punto di vista non è necessario, spesso, spendere decine di migliaia di euro per conseguire un diploma di master: esistono moltissime offerte di master che prevedono una sensibile riduzione di rette di frequenza.

Se alla domanda master o lavoro?, la possibilità più fattiva sembra quella di lanciarsi di testa nel mondo del lavoro, bisogna che valutiate con cura:

- quanto l’esigenza economica del momento gravi sulla scelta.                                           
Impegnarsi in collaborazioni saltuarie che contribuiscono al mantenimento e diano il tempo per perfezionarsi negli studi è una cosa; decidere di buttarsi nel primo ruolo disponibile col compromesso di allontanarsi completamente dall’indirizzo che si è intrapreso all’università è ben altra decisione. Non sempre reversibile. Qui gioca un ruolo fondamentale la propria capacità di crearsi un network di contatti, informazioni e voci attinenti al contesto che vi interessa.
Nessuno, infatti, agenzie per il lavoro comprese, potranno effettuare ricerca oculata al posto vostro perché solo voi potete sviluppare una totale consapevolezza di ciò che vorrete fare!

- quanto un’inesperienza pratica o una mancata preparazione di contenuto di quel settore potrebbero rendervi dei ‘tuttofare’, partendo dal famigerato ufficio fotocopie (che, all’inizio, non solo non è in assoluto un male, ma anche un modo per osservare e impossessarvi dei trucchi del mestiere) rallentando una crescita e un’assunzione di responsabilità che, nel caso di uno studio di alta formazione, avrebbe potuto portarvi a velocizzare il passaggio.

Tra master o lavoro come vedete la scelta va a toccare una serie di variabili che mutano rispetto:
. all’aspettativa che ciascuno attende dalla scelta.
. al senso che la parola ‘lavoro’ assume. Esiste il lavoro inteso come prima esperienza di iniziazione al mercato, n cui esprimere la propria aderenza a un dato settore individuato; esiste poi il lavoro inteso in termini più generali, su cui non si proietta quell’investimento di energie, tempi, fatiche finalizzate al collocamento in un posto ben preciso, che solitamente determina la scelta seguire un master.

In bocca al lupo a ciascuno di voi: non smettete mai di pensare che là fuori esista un posto preciso per voi. Da qualche parte, c’è e va solo trovato.

Per approfondire:

E tu, cosa pensi di fare: master o lavoro?

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