Energy manager: studiare per diventarlo? La figura professionale in questione risuona tra le più inedite del mercato italiano e di cui ci sarebbe moltissimo da dire, sia riguardo alle sue funzioni sia alla sua spendibilità.
. Energy manager: chi è costui?
L’Energy manager è letteralmente un Responsabile della conservazione e dell’uso razionale dell’energia. Questa figura è prevista nelle realtà di pubblica amministrazione e di enti privati: da vent’anni a questa parte la legge ha infatti reso obbligatoria la sua presenza in tutte quelle aziende e industrie che registrano un consumo energetico superiore a dati standard stabiliti.
Questo ruolo, all’estero, ha ottenuto negli stessi ultimi vent’anni un chiaro riconoscimento in termini di utilità e specializzazione, cosa che si è andata a consolidare negli ultimi anni, grazie anche a fattori che hanno contribuito a svilupparne l’attività. Tra questi: cultura dell’ambiente, impiego delle tecnologie al servizio dell’energia rinnovabile, investimenti a favore di sistemi innovativi, al servizio dell’ambiente.
. Energy manager: esiste un percorso formativo che conduce alla professione?
Corsi di formazione in questa area sono sempre più frequenti e, date le premesse, auspicabili.
Gli ultimi anni ci suggeriscono infatti che questa è una delle professioni del futuro, visti gli sviluppi nella direzione della sostenibilità ambientale e gli investimenti dell’industria, tutta, per un uso consapevole dell’energia.
Master e qualificati corsi di formazione permettono di intraprendere una specializzazione attraverso studi mirati di contenuto e apprendimento degli aspetti più manageriali, richiesti per assumerne il ruolo. La peculiarità di questi percorsi, peraltro, risiede anche nella durata: si tratta spesso di iter (di formazione o aggiornamento) concentrati in assi temporali non troppo lunghi.
. Energy manager: qual è la sua spendibilità in Italia?
L’Energy manager, di fatto, ha le seguenti funzioni:
- gestionali: ottimizzare e migliorare il consumo energetico (parliamo di un ordine di tonnellate, per intenderci) sia presso enti pubblici che privati, con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e dunque operare un risparmio.
- manageriali: elaborare dei piani di risparmio energetico implica la conoscenza di numerosi temi e un’assunzione di competenze assai trasversali. Le aziende che applicano l’utilizzo di questa figura professionale, legalmente riconosciuta e richiesta, dovrebbero avere una grande coscienza del ritorno economico di cui giovare, attivandone i piani.
- consulenziali: è più probabile che l’Energy manager spenda la propria professione in termini di consulenza per più realtà industriali che non rimanendo fissamente legato ad una sola realtà. Le diverse fasi gestionali dei progetti contemplano infatti la possibilità di applicare un piano di controllo di consumo su più fronti.
Se dunque ami l’ambiente, hai una vocazione per gestire progetti innovativi e ti interessano i temi della eco sostenibilità, questo può diventare un indirizzo professionale su cui investire tempo ed … energia.
Per approfondire:
E tu, pensi di voler diventare un Energy manager?
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