venerdì 5 luglio 2013

Ricerca Almalaurea: le disuguaglianze del sud Italia per i laureati di primo livello


Secondo la ricerca effettuata del 2012 da Almalaurea (consorzio interuniversitario nato in Italia nel 1994) che ha fotografato il mercato del lavoro italiano sono ancora forti le discriminazioni.

Permangono essenzialmente due tipi di discriminazioni/disuguaglianze che sicuramente non danno un immagine positiva e uniforme del nostro mercato del lavoro:
- Disuguaglianze nord e sud Italia
- Discriminazioni nella possibilità di fare carriera per la figura femminile

Il fenomeno della discriminazione femminile è trattato successivamente in un altro post. Per ora limitiamo l’analisi al primo punto: disuguaglianze tra nord e sud.

Un sud Italia in grandi difficoltà


Dall’indagine di Almalaurea la situazione lavorativa del sud Italia è molto più difficile rispetto a quella del centro e del nord Italia sia dal punto di vista occupazionale sia da quello retributivo.

I punti fondamentali di questa disuguaglianza per i laureati di primo livello sono:


  • Un elevato differenziale tra la disoccupazione del sud e del nord: il differenziale tra sud e nord Italia è di 17,8 punti percentuali. Questo divario è cresciuto. Infatti nel 2012 al nord il tasso di disoccupazione è aumentato di poco più di un punto percentuale. Al sud invece è aumentato di circa 4 punti.
  • La quota d’occupazione dei giovani laureati nel nord Italia è più alta: è pari al 51% al nord invece al sud è pari al 36%.
  • Il prosegui mento degli studi specialistici è un aspetto che caratterizza soprattutto il sud Italia: è significativamente più elevata la quota di studenti meridionali che dichiara di essersi iscritta ad una laurea di secondo livello perché necessaria per trovare un lavoro (24% contro il 17% tra coloro che risiedono al Nord). A questa si aggiunge un’ulteriore quota che dichiara di aver optato per la continuazione della formazione universitaria non avendo trovato un lavoro (6% del sud Italia contro il 2% del nord).
  • I residenti nell’Italia meridionale si spostano di più: sono loro a spostarsi di più in cerca di un lavoro e per motivi di studio (39,5%). Il flusso migratorio è da sud verso nord perché il nord Italia offre maggiori opportunità lavorative e di studio. Per chi lavorava al nord la retribuzione era superiore dell’8,2 per cento rispetto a chi lavorava nel sud (laureati 2008); una disparità che è aumentata fino a raddoppiare nel corso degli anni già dal 2010. Questa ondata migratoria coinvolge la maggior parte dei percorsi di studio. Il flusso migratorio coinvolge la maggior parte dei settori di studio. Restano esclusi da tali considerazioni solo i laureati in ingegneria (che studiano e lavorano al nord), i laureati nei gruppi politico-sociale e psicologico (che studiano e lavorano al centro) e gli architetti (che dopo aver studiato in un ateneo del Centro, rientrano nella propria area di residenza).
  • Solo il 7% dei laureati che risiedevano in meridione tornano ad abitare in quella zona dopo aver conseguito la laurea: questo perché il sud Italia offre poche opportunità lavorative ed è quindi più facile trovare un lavoro al nord. Inoltre a sud la retribuzione è inferiore a quella del resto d’Italia.
  • Gli stipendi sono più elevati al nord: le retribuzioni nominali nette dei laureati di primo livello risultano più elevate per gli occupati al nord, che guadagnano in media 1.001 euro, contro gli 884 euro dei colleghi del sud Italia (+13%).
  • Se si considerano solo gli studenti che hanno iniziato l'attività lavorativa solo dopo il conseguimento della laurea di primo livello questo differenziale aumenta leggermente.

In questo contesto i laureati residenti al centro si collocano in una situazione intermedia: dal punto di vista occupazionale sono più simili ai laureati settentrionali, mentre l’approccio alla laurea specialistica li avvicina più ai laureati del Sud.
L’analisi di ciò che succede nel mercato deve tener conto di tutti gli elementi che possono intervenire sulle chance lavorative.
Ad esempio si deve considerare che le esperienze lavorative compiute durante gli anni universitari sono molto più frequenti al nord rispetto al sud. Un ritardo nell'ingresso del mercato del lavoro da giovani al giorno d'oggi è una delle principali cause della mancanza di trovare lavoro una volta terminati gli studi.
Se per analizzare le differenze territoriali si considerano solo i laureati che non lavoravano al momento della laurea le differenze territoriali si accentuano fino a superare i 20 punti percentuali.

In sintesi si può affermare che il nord Italia si trova in una miglior situazione occupazionale e retributiva. Il centro si trova a metà strada tra la situazione del nord e quella del sud. Questa situazione causa una serie di "ondate migratorie" da sud a nord di studenti che cercano nuove opportunità di lavoro, di retribuzione e di studio.
La situazione resta pressoché la stessa anche per i laureati di secondo livello.

Occorre però precisare che anche se la situazione del nord è leggermente migliore di quella del resto dell'Italia, la percentuale di disoccupazione resta critica in tutta la nazione.

Nessun commento:

Posta un commento