mercoledì 20 aprile 2011

Studiare all’estero: è diventato inevitabile?




Studiare all’estero: una decisione presa da un numero sempre più crescente di studenti. Cosa spinge gli studenti di tutto il mondo ad emigrare?  

Questa migrazione studentesca colpisce infatti gli universitari di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Turchia, dall’Italia alla Spagna. Il famoso detto “tutto il mondo è paese” sembra rappresentare correttamente la situazione attuale. Le opportunità che i giovani studenti italiani hanno di studiare all’estero sono tantissime: utilizzando un servizio specifico come il Cerca Master puoi consultare un elenco di master tra cui trovare quello adatto a te.
Vorrei citare un articolo di Luigi Offeddu uscito un mese fa su Corriere.it, che offre una panoramica interessante sull’argomento. L’articolo si apre con un aforisma di Milan Kundera “La vita è altrove”:

«La vita è altrove», diceva Milan Kundera lo scrittore. La vita è altrove, hanno detto i 2,4 milioni di studenti europei che negli ultimi vent'anni se ne sono andati a studiare per pochi mesi o pochi anni in un Paese diverso dal proprio, raddoppio secco dal 1980 a oggi: 200 mila in viaggio solo l'anno scorso, per i progetti Erasmus o Leonardo dell'Unione Europea (8,7% in più rispetto al 2009), ma anche 30.500 espatriati per frequentare stage nelle imprese (aumento del 50%). E decine di migliaia di altri per gli accordi bilaterali fra Stati e università, compresi i molti finiti in Giappone, negli Usa, in Cina o in Australia. Come gli studenti dell'università di Parma - ingegneria gestionale - che partecipano a una classe internazionale fra Spagna e Usa, o quelli che trascorrono a Tokyo 4 mesi di corso linguistico e poi 8 mesi di stage in un'azienda, sponsorizzati dal ministero dell'Economia giapponese; o ancora quelli che vanno a studiare per un anno il design o le energie rinnovabili in Finlandia, invitati dal governo di lassù.

Dall’analisi della documentazione fornita dal commissario europeo alla cultura, Androulla Vassiliou, Offeddu identifica le principali spiegazioni del fenomeno:

“prima il crollo del Muro, certo (la Polonia, da cui 20 anni fa non usciva quasi nessuno, oggi è in testa alle classifiche per il numero di studenti «espatriati»); poi la globalizzazione digitale, lo tsunami di Internet; e sulla scia di tutto ciò, la semplice scoperta che un passaporto può regalare cultura, snebbiare la testa.”

“Un passaporto può regalare cultura, snebbiare la testa.” È questo quindi che spinge i giovani universitari a studiare all’estero. La ricerca di un’esperienza di vita che li aiuti a crescere, che apra loro una finestra sul mondo, che li renda partecipi di una cultura universale e multietnica. Un’esperienza di valore sia dal punto di vista formativo sia da quello umano. L’opportunità di conoscere stili di vita diversi e creare una rete di amicizie e di ricordi che li facciano sentire cittadini del mondo.

Se vuoi leggere tutto l’articolo di Luigi Offeddu lo puoi trovare qui: “Se il prof dice agli studenti: andate a studiare all’estero”.

E tu, stai pensando di studiare all’estero? Ecco degli articoli che possono esserti utili:


6 commenti:

  1. Ciao!
    studiare all'estero è un'esperienza fantastica! (oltre che utilissima quando si entra nel mondo del lavoro) e aiuta non poco con l'inglese :)
    Io se tornassi indietro prolungherei l'erasmus da 6 mesi a 1 anno!
    Penso che le migliori università dove recarsi in Europa siano quelle del Nord (da Olanda in su): hanno un approccio allo studio molto "pratico" che aiuta a integrare l'ottima preparazione teorica delle università italiane (e poi sono degli ottimi organizzatori di feste ;) )...e le città sono ricche di luoghi da visitare!

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  2. La vita è sempre altrove, il sogno esotico non abbandona mai la mente del curioso... Questione di punti di vista? Sicuramente, appunto per questo mi piacerebbe sperimentarne altri. Purtroppo la lingua costituisce spesso una barriera che sembra invalicabile. Mister Master, mi sai dire se nei master all'estero è compreso il corso di lingua o per accedervi ne serve già un'ottima padronanza?
    Grazie,
    e lacio drom a tutti...
    P.

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  3. Ciao!
    qui c'è un altro articolo interessante sull'argomento
    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/se-lerasmus-e-un-investimento/2137848
    ciao!

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  4. Ciao ANONIMO, il progetto ERASMUS durante l'Università serve proprio a renderti cittadino del mondo (lingua compresa).
    MASTER ALL'ESTERO: se organizzati da un ente del luogo, sono sicuramente nella lingua del Paese o in Inglese. Se sono organizzati fuori dall'Italia da una business school italiana potrebbero essere tenuti in italiano (almeno in parte) ma la conoscenza della lingua (di solito l'inglese) è essenziale perchè spesso il master prevede uno stage finale nel paese estero.

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  5. Ciao! Questo post e i commenti tutti rispecchiano quella che è la realtà qui in Italia. La possibilità di viaggiare è comunque una grande opportunità per arricchirsi e arricchire il nostro Paese, non credete? Certo poi dovrebbero crearsi le situazioni ideali per rimanere in Italia, speriamo cambi qualcosa presto. Intanto, se la possibilità di studiare all'estero c'è, anche attraverso le tante borse di studio messe a disposizione dall'UE, approfittiamone! Nel caso in cui dovesse servire un alloggio per brevi periodi di tempo, potrebbe essere vantaggioso anche prendere in considerazione un programma di scambio casa! A costi zero e con tutti i servizi di cui si ha bisogno per vivere in tutto confort! Che possa esservi d'aiuto quest'idea!
    Un saluto, a presto! :)

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