venerdì 17 dicembre 2010

Studenti: la crisi a Natale.



Studenti: insieme a precari, pensionati, giovani lavoratori sono i soggetti che meno credono a Babbo Natale.
Se per qualcuno Dio è morto, per loro Babbo Natale ha fatto la stessa fine, e già da un pezzo.
Orde di ottimisti accalcano i mercatini multicolore e multi sapore mettendo mano a un magro portafoglio; orde di giovani in preda al panico animano piazze manifestando all’unisono l’inadeguatezza.
In tempi di festa c’è una specie di obbligo esteriore ad assumere entusiasmo ad ogni costo, buonismo per ogni reazione, sorriso per tutte le circostanze. Dentro, brucia l’urgenza di cercare una direzione.
Dicembre 2010 è un mese che non si dimenticherà in fretta, e meno male.
Qualsiasi cosa accadrà in futuro, la fine di questo anno è consacrato ad essere scritto nelle pagine della storia. Di una storia dove non solo la collettività offre la sua voce ma prima di tutto il singolo pensante, attivo nel suo.
Sotto l’albero, se fossi in età post universitaria, vediamo un po’ cosa vorrei.
Un lavoro. Anzi, Il Lavoro.
Che ingenua banalità.
E anche un Master, magari in una città calda, d’arte, un posto dove relazionarmi a studenti di altre origini.
Oppure un Corso di specializzazione, di quelli che poi ti svegli una mattina e non solo hai un titolo ma pure un luogo in cui spenderlo.
E una consistente Borsa di Studio, perché non mi si dica che gravo sulle spalle di mammà, nel pieno spirito della visione che gli stranieri hanno di noi.
L’occupazione diventa un chiodo fisso, il diritto allo studio una forma di nevrotica ossessione che esaspera e si mischia a reazioni di violenza, seppur non volute. A leggere i giornali ti viene da pensare che il lavoro e la possibilità di mirare a un obiettivo non siano mai esistiti come condizione di possibilità né mai esisteranno.
Ed è qui che quel vecchio con la barba sbiadita e la pancia stanca potrebbe compiere il miracolo, ricordando che la realtà, durissima, non deve annebbiare la vista, né eliminare le condizioni di possibilità da cui partire, né togliere lo slancio di cercare, osservare, guardare, informarsi e trovare spazi che possono offrire ospitalità ai propri tentativi.
Quel vecchio depotenziato dai secoli e dal senso delle cose potrebbe anche solo farti aprire gli occhi su quello che c’è – e a guardar bene non è poco – perché di quello che non c’è non ce ne facciamo niente e ci facciamo male a respirarlo.
Se il lavoro non è in confezione regalo, la formazione, a occhi aperti, la si scorge. E può essere varia, distinta, utile, presente, disponibile e, talvolta, anche gratis! Qui non c’è lo zampino del vecchietto, qui sono i centri di formazione che si adoperano.
A breve il sito www.Master4You.it  sarà attivo e in questa ricerca ti aiuterà. A scorgere, cercare e anche a trovare, utilizzare. Questo dice Mister Master, più giovane di Babbo Natale e molto meno stanco.
E allora, sotto a chi tocca.
E tu, lo vorresti un Master sotto l’albero di Natale?

2 commenti:

  1. babbo natale quest'anno sarà vestito da celerino...

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  2. esatto, e verrà ad arrestarci.stiamo a vedere cosa succede.
    per fortuna i master sono una cosa un po' diversa da tutto questo.ciao
    ale

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