Formazione: quella di questi giorni non è una fiaba in cui dalla prima battuta il buono si riconosce dal bianco candore e il cattivo, inequivocabilmente, risulta un mostro nero.
La storia da raccontare è un po’ più complicata, tanto che le diverse voci narranti riportano versioni antitetiche e le interpretazioni si infittiscono.
La voce più controversa è quella di Maurizio Gasparri che, per non farci mancare niente, propone solerte di inserire l’arresto preventivo: poiché le manifestazioni sono un covo di potenziali assassini, meglio prevenire che curare, giusto?
Intanto le università, originari luoghi di istruzione e ricerca, diventano scenario di sciopero della fame, assemblee, riunioni e mobilitazione.
Allora la domanda (solo una?) sorge spontanea: cosa sono gli studenti, vittime spaventate e pronte alla reazione, lesi nella loro identità più profonda e oggetto di sperimentazioni istituzionali che se prima avevano colpito il diritto al lavoro oggi bombardano quello allo studio? Oppure reazionari a prescindere che, come Brunetta aveva annunciato a gran voce tempo addietro, non sono che bamboccioni privi di interesse allo studio e parassiti della società?
La formazione universitaria e a seguire tutto il percorso formativo dei giovani in che cosa si deve rispecchiare oggi, alla luce (o buio) di una realtà che con lo studio c’entra così poco ed è veramente lontana dagli argomenti che allo studio dovrebbero stare a cuore? Perché di questo si tratta: al di là di posizioni politiche, al di là della presa d’atto che la violenza è il mostro nero e al di là di tutto quanto già è stato detto, il punto è che più passano i giorni più si rischia di allontanarsi dal centro nevralgico di tutto. La Formazione. La riforma. Lo studio. La crescita. Lo Stato di Diritto. L’apertura alla Cultura. Il rispetto al Futuro.
Neolaureati e lavoratori: due categorie calde, coinvolte due volte. Una da studenti freschi di laurea, alle prese con un master o un corso di specializzazione; due da protagonisti di un mercato del lavoro assai variegato che, d’altra parte, li accoglie con timida incertezza. Di loro ci siamo lungamente occupati e così continueremo a fare: su www.master4you.it esiste una specifica sezione per gli studenti interessati a una formazione post universitaria.
Sarebbe esilarante se un veggente ci mostrasse traccia di come saranno le regole nel 2016, come in uno di quei colossal americani sulla fine del mondo, sull’avvento della tecnologia, sui disastri ambientali che, poi, a rivederli oggi, non hanno niente di sorprendente né di sconvolgente.
L’augurio di oggi? Non abituarsi a qualcosa che a furia di essere etichettata, perde la sua connotazione transitoria.
Questo è un passaggio e siamo tutti, addetti e non della formazione, orientatori di questo passaggio.
Perché non sappiamo come andranno le cose né in quale direzione, ma certamente la formazione non deve essere detta, bensì fatta.
E tu, che formazione vedi nel tuo futuro?
una fiaba dei tempi nostri. ci sarà da imparare da tutto questo..
RispondiEliminaI giovani non sono privi di interesse allo studio! Altrimenti starebbero a casa sul divano non scenderebbero in piazza per difendere il loro diritto allo studio! Ma tanto chi ci ascolta? E' vero che urlare più forte non serve. Ma quali altri modi abbiamo per farci sentire? Anzi, per essere ASCOLTATI? Perchè non si crea un dialogo maggiore con gli studenti? Alla fine solo noi possiamo dare un feedback reale sul mondo della formazione e su tutte le riforme.
RispondiEliminaCri
Sono d'accordo. Considerare i giovani dei bamboccioni che manifestano per perdere giornate di studio è solo un modo per non affrontare direttamente il problema. Si pone tutta l'attenzione sulle posizioni politiche e su come fermare i manifestanti, perdendo di vista il cuore della questione, ovvero la Formazione e i Diritti degli studenti. Evitare un problema è l'unica soluzione che resta quando non si sa come risolverlo.
RispondiElimina