mercoledì 27 ottobre 2010
Borse di studio, solo ai piemontesi (Cota dixit).
Borse di studio verranno assegnate solo agli studenti piemontesi: Cota è razzista, oppure un avveduto amministratore?
Borse di studio e altre agevolazioni per garantire il diritto allo studio a chi frequenta gli atenei piemontesi saranno riservate ai soli piemontesi: non sarà richiesta la perfetta padronanza del dialetto (pardon, lingua) locale, ma semplicemente la residenza in Piemonte. Il governatore della Regione, Roberto Cota, è giustamente fiero di questa manovra da volerla annunciare ai microfoni di Repubblica TV.
Alcuni studenti, sia indigeni che extra-regionali, restano perplessi e commentano negativamente la proposta: i loro commenti vengono prontamente rimossi. Questo fatto accende ancora di più i riflettori sulla vicenda.
Questa proposta del governatore Cota può apparire a prima vista un fatto gravissimo, di matrice “razzista”, in quanto nega alcuni diritti che vengono invece riconosciuti ai giovani di (pura) razza piemontese.
Può darsi. Però è quello che fanno – applauditissimi – Roberto Formigoni con la “Dote Formazione” in Lombardia e Nichi Vendola con “Bollenti Spiriti” in Puglia: finanziamenti alla formazione riservati esclusivamente ai residenti della regione di appartenenza.
Ci sono a mio avviso due aspetti da evidenziare per inquadrare la questione.
1) Valutazione tecnica: chi paga, decide cosa fare. Assumendosene la responsabilità e facendosi carico delle conseguenze.
SE i soldi per le borse di studio provengono dalle casse della regione Piemonte, è lecito che sia la regione Piemonte a decidere come utilizzarli (e a chi destinarli). Quali le conseguenze? In Piemonte: nel breve, minori giovani di talento che frequentano gli atenei piemontesi; nel medio riduzione della capacità competitiva delle aziende piemontesi. Fuori dal Piemonte (altre regioni italiane, UE, Mondo) immediate manovre perequative: esclusione dei piemontesi dalle liste dei beneficiari per assegni di studio e simili.
2) Valutazione di politiche allo sviluppo: oltre alla suddivisione, conta il valore assoluto degli investimenti.
Investire intelligentemente in formazione, ricerca a sviluppo è fondamentale per il nostro Paese. Quindi se lo stato garantisse risorse in linea con quelle messe in campo dagli altri Paesi nostri competitor sulla scena internazionale (ma non è così) e poi, in aggiunta, ciascuna Regione decidesse di investire risorse proprie e offrire borse di studio mirate (anche ai soli residenti), saremmo a cavallo.
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E voi, cosa ne pensate della proposta del governatore Cota sulle Borse di Studio?
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Non la vedrei così in negativo! Magari tutte quelle amministrazioni/giunte provinciali che criticano dovrebbero rimboccarsi le maniche e fare a loro volta qualcosa per offrire dei servizi ai propri cittadini! Chissà, magari se si impegnassero di più i loro studenti sarebbero ben felici di non essere "accettati" in piemonte, dal momento che potrebbero intraprendere lo stesso percorso formativo vicino a casa.
RispondiEliminaNemmeno io la vedo così negativa, anche la regione Puglia eroga borse di studio ai ragazzi pugliesi che vogliono frequentare un master (di importo crescente a seconda che il master in regione, fuori regione, fuori Italia).
RispondiEliminaNel caso piemontese, mi sento di criticare il fatto che le borse siano riservate a chi frequenta gli atenei piemontesi: io darei la borsa allo studente che vuole frequentare un master indipendentemente dall'ente scelto. Questo inserirebbe un po' di competizione tra gli enti/università che sarebbero spinte a migliorare la propria offerta didattica.
E' la sfida dei prossimi 10 anni: globalismo vs localismo (il glocalismo non esiste)
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