lunedì 5 dicembre 2011

Europrogettazione: il Master VIU


Il Centro di Formazione in Europrogettazione della Venice International University (VIU) è un centro di eccellenza in Italia che propone un qualificato Master in Europrogettazione nella prestigiosa sede nell’isola di San Servolo a Venezia.

Per venire incontro alle richieste di chi ci chiede pareri e opinioni sul Master del Centro di Formazione in Europrogettazione, abbiamo intervistato il responsabile didattico del Centro di Formazione in Europrogettazione, il dottor Giampaolo Peccolo.


Ci dica qualcosa di lei e del suo percorso professionale: chi gliel’ha fatto fare di diventare responsabile didattico?

Ho cominciato lavorando in un’impresa di famiglia, in cui sono entrato giovanissimo prima di fare il grande salto nell’Università. L’esperienza sul campo, il lavorare sui progetti europei, e all’interno di essi, mi ha accompagnato sia in un ambito che nell’altro. Per questo credo di essere stato scelto per dirigere questo Centro, cosa che ho fatto dal 1999 al 2007, quando mi sono preso 2 anni di pausa, per poi tornarvi alla guida nel 2010. Tuttora, nella mia attività di docente universitario, sono impegnato in attività di progettazione e di gestione di progetti europei: questo mi permette di restare aggiornato, mi costringe a studiare sempre. Quello del responsabile didattico, qui a Venezia, è un impegno bellissimo e stimolante perché ogni 2-3 anni tutta la struttura del Centro di Formazione in Europrogettazione di Venice International University viene sistematicamente messa in discussione. In altre parole: è continuamente valutata, come si conviene a chi utilizza e cerca di diffondere mentalità e metodologie di lavoro europee.


I poeti hanno la poetica e gli allenatori lo schema di gioco, ci spiega la sua filosofia didattica per il Master in Europrogettazione?


Esempi non proprio strampalati, i tuoi: effettivamente ha un po’ a che fare con la poetica, e un po’ anche con lo studio degli schemi di gioco. Ma se devo sintetizzarla direi: insegnare è condividere ciò che sei, ciò che sai, ciò che fai. Ciò che sei, perché chi insegna deve “mettere a parte”, includere, fare entrare i suoi allievi nel proprio mondo, allargare i propri contatti e le proprie opportunità; ciò che sai, perché, oltre ai miei contatti, devo trasferire all’allievo anche il mio patrimonio di informazioni, di conoscenze, di esperienze (che ovviamente devo possedere io per primo in misura adeguata a ciò che prometto e alle aspettative che suscito); ciò che fai, perché può insegnare lo progettazione europea solo chi la fa, qui, ora, in questo momento, e non chi un giorno (tanti anni fa) ha, per meriti o per fortuna, combinato qualcosa, e ciò gli è bastato per autoattribuirsi la patente di formatore.


Chi sono i docenti della vostra scuola, il Centro di Formazione in Europrogettazione?

Sono tutti professionisti della progettazione europea, vivono e praticano quotidianamente i progetti. Alcuni arrivano da noi da team leader in progetti importanti, altri dirigono gruppi di progettazione e consulenza europea affermati a livello continentale. Se smettono questa attività, smetterebbero anche di lavorare come formatori da noi, perché li vogliamo prima come progettisti e gestori sul campo, e poi come formatori. E chi lavora per il nostro Centro sottoscrive una clausola di esclusiva, per cui non può fare il formatore che da noi. Questo per scoraggiare i “formatori professionisti”, oratori a tempo pieno che poi fatalmente non hanno più tempo di occuparsi dell’europrogettazione.


Come sono le lezioni al Centro di Formazione in Europrogettazione?

Parlare di “taglio operativo” sembra poco originale, ma da noi davvero il docente “salta” la cattedra e si mette tra gli allievi, spiega i formulari, stende insieme agli allievi le idee progetto, indica quali sono i punti deboli, le trappole da evitare, il modo migliore per rappresentare ciò che si vuole fare. Spiega che effetti suscitano nei valutatori le formule che si vogliono utilizzare e a cui magari non si aveva attribuito importanza. Per noi è molto importante che, alle sei della sera, i partecipanti dicano: “Già finito? È volata questa giornata”, e per fortuna ci capita spesso.


Prevedete uno stage al termine del master in europrogettazione e quali sono i principali sbocchi professionali?

Abbiamo continuamente richieste, da Enti e Aziende, di ricevere stagisti in possesso del nostro Master, o che stanno conseguendolo. In determinati periodi di “bando aperto” sicuramente la richiesta supera l’offerta. Ma non lo assicuriamo a tutti indiscriminatamente. Primo, perché molti dei nostri allievi già lavorano, e molti anche in posizioni di responsabilità, e quindi non vi avrebbero interesse. Secondo, perché desideriamo conoscere con attenzione gli allievi che proponiamo alle aziende, valutarne disponibilità, motivazioni, voglia di mettersi in gioco. A queste condizioni, chi cerca la possibilità di fare un tirocinio pratico, da noi la trova. Mi chiedevi degli sbocchi: secondo noi ci sono almeno due spazi veramente interessanti. Uno, entrare in uno dei grandi Gruppi nazionali e internazionali di progettazione, aziende che si occupano di progettazione, gestione e monitoraggio di progetti e di interi programmi. Molti sono al Nord, ma sempre più stanno aprendo uffici e filiali al Sud e nei Paesi di nuova adesione, dove si sono concentrate negli ultimi anni le risorse più consistenti. Due, la consulenza, e quindi l’attività come libero professionista: il consulente singolo cui ricorrono sempre di più gli enti pubblici e le aziende medio-piccole.


Per concludere, 3 domande che richiedono una risposta secca.

Definisca la sua scuola – il Centro di Formazione in Europrogettazione - con 3 aggettivi
.

Qualificata, riconosciuta (dall’associazione europea degli Enti locali, ne siamo orgogliosissimi) ed esigente. Aggiungerei un’altra caratteristica, anche se non è un aggettivo, ma prendo a prestito le parole del Vicepresidente del Parlamento europeo che ci ha definiti una risorsa di cui il nostro Paese fa bene ad essere orgoglioso.


Ci dica 1 motivo (uno solo!) per cui uno studente dovrebbe frequentare il vostro master in europrogettazione


Perché, se ha deciso di dedicarsi ai progetti europei, deve sapere che questo è semplicemente il punto di riferimento in Italia. Molti centri sono solo virtuali, finito il corso spariscono o ti lasciano in mano solo un indirizzo mail o una pagina facebook a cui scrivere. I nostri allievi invece ci vengono a trovare tutto l’anno per sottoporre i propri progetti, chiedere consigli, confrontarsi, raccogliere pareri e prevalutazioni. Non è un caso se hanno inviato a noi i propri dipendenti tutte le aziende e gli enti più importanti d’Italia.


La vedo molto preparato, se vuole anche la lode si faccia una domanda a piacere e ci dia la risposta

Macché, non siamo da Marzullo! Piuttosto, rendo pubblica una delle domanda che ci viene rivolta con maggior frequenza: si possono chiedere borse di studio? Risposta: certo, vi possono concorrere giovani e neolaureati. Ma ricordate che la concorrenza è tanta, muovetevi per tempo!


Mi auguro che questa intervista al dottor Giampaolo Peccolo, responsabile didattico del Centro di Formazione in Europrogettazione, possa aiutare gli studenti a farsi un’idea più chiara sul Master in Europrogettazione proposto da VIU

Se avete delle domande sulla didattica, potete farle commentando questo post.

Nessun commento:

Posta un commento