“L’università è una delle vittime designate della politica di risanamento e del dibattito che attorno ad essa si è aperto. Dibattito in cui tutte le vacche rischiano di essere nere. Non significa che l’università di oggi sia all’altezza del compito, ma nessuno ci venga a raccontare che una politica di costante e implacabile riduzione delle risorse servirà a eliminare gli sprechi e a renderla più equa ed efficiente. Al contrario, stiamo misurando l’allargarsi del divario tra università che possono e che non possono e, soprattutto, tra studenti in condizione di frequentarla e studenti tagliati fuori dai percorsi formativi. Secondo i dati Almalaurea dal 2006 a oggi sono crollate le matricole (-9,2%) con un record al Sud dove il calo ha toccato il 19,6%. La foto di una generazione che, rinunciando agli studi, priva il Paese di risorse sui cui costruire l’Italia che verrà.”
“Il dramma più pesante riguarda forse la compressione dell’autonomia degli atenei. Un’università più piccola, più povera e svilita da una pesantissima burocrazia. A questo contesto vanno sommati gli anni e i soldi da destinare a master, tirocini e praticantati per accedere a un mondo del lavoro tutt’altro che ospitale. Il risultato è l’apartheid non solo generazionale, ma fondata su puri criteri di reddito. Sta ribollendo rabbia nei luoghi di vita della nostra generazione. Il difficile è che per ottenere qualche cambiamento ci servirà molta politica.”
Studiare è quindi un lusso che pochi possono permettersi? L’unico aiuto in soccorso agli studenti è la borsa di studio universitaria. Le borse di studio che possono essere erogate sia da enti pubblici che privati difendono il diritto allo studio. Gli studenti dopo aver consultato i bandi di borse di studio e verificato di avere i requisiti necessari possono inviare la loro domanda di borsa di studio. A questo punto non resta loro che attendere la graduatoria borse di studio e sperare di essere tra i primi classificati.
Per avere una visione completa della situazione universitaria attuale leggi l’articolo di Fausto Raciti e Federico Nastasi: “Questa università più piccola e più povera”
“Il dramma più pesante riguarda forse la compressione dell’autonomia degli atenei. Un’università più piccola, più povera e svilita da una pesantissima burocrazia. A questo contesto vanno sommati gli anni e i soldi da destinare a master, tirocini e praticantati per accedere a un mondo del lavoro tutt’altro che ospitale. Il risultato è l’apartheid non solo generazionale, ma fondata su puri criteri di reddito. Sta ribollendo rabbia nei luoghi di vita della nostra generazione. Il difficile è che per ottenere qualche cambiamento ci servirà molta politica.”
Studiare è quindi un lusso che pochi possono permettersi? L’unico aiuto in soccorso agli studenti è la borsa di studio universitaria. Le borse di studio che possono essere erogate sia da enti pubblici che privati difendono il diritto allo studio. Gli studenti dopo aver consultato i bandi di borse di studio e verificato di avere i requisiti necessari possono inviare la loro domanda di borsa di studio. A questo punto non resta loro che attendere la graduatoria borse di studio e sperare di essere tra i primi classificati.
Per avere una visione completa della situazione universitaria attuale leggi l’articolo di Fausto Raciti e Federico Nastasi: “Questa università più piccola e più povera”
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